22 ottobre 2016
ASSOCIAZIONE ÉLÈVE ONLUS
si presenta e invita a partecipare all’incontro
LA DIDATTICA SPECIALE PER UNA SCUOLA DI TUTTI
Il lavoro di ricerca e i materiali didattici dell’associazione per alunni\e con disabilità intellettiva
Aula 1 | VOLABO
Via Scipione Dal Ferro 4
Bologna
Associazione élève è un’associazione socia A.S.Vo e il prossimo 22 ottobre, dalle 10.00 alle 13.00 in aula 1 a VOLABO, propone l’ incontro La didattica speciale per una scuola di tutti. Il lavoro di ricerca e i materiali didattici dell’associazione per alunni\e con disabilità intellettiva. L’appuntamento è aperto alle altre organizzazioni di volontariato socie A.S.Vo, alle associazioni del terzo settore e ai cittadini interessati. La didattica speciale per una scuola di tutti rientra nell’ambito di Soci A.S.Vo per lo sviluppo del volontariato, calendario di eventi che ha lo scopo di condividere e far conoscere le diverse esperienze di intervento e lavoro di comunità della base sociale A.S.Vo. VOLABO presenta Associazione élève, il suo lavoro e l’appuntamento del 22 ottobre intervistando la presidente dell’associazione, Anna Maria Arpinati.
VOLABO intervista Anna Maria Arpinati di Associazione élève
Associazione élève è nata a Bologna nell’estate del 2010 per iniziativa di un gruppo di docenti con l’intento di migliorare l’educazione e il progetto di vita di bambini e ragazzi con disabilità intellettiva. A questo scopo, da una parte, si dedica alla ricerca sugli assi indicati dal Ministero dell’Istruzione (neuropsicologico, sensoriale e percettivo, dell’autonomia, comunicazionale e linguistico, affettivo relazionale, motorio-prassico, cognitivo e dell’apprendimento curricolare). Dall’altra, si dedica alla progettazione di percorsi e materiali didattici e alla loro sperimentazione su piccoli gruppi, in particolare alla pubblicazione di manuali per l’educazione speciale. L’associazione, inoltre, diffonde gratuitamente i propri materiali didattici e si occupa regolarmente della formazione ai docenti e al dialogo con le istituzioni, le associazioni e i genitori interessati da diversi punti di vista a questi temi.
Per saperne di più: http://associazioneleve.com/web/ | il dépliant informativo>>
Perché e con quali propositi è nata Associazione élève?
Il nostro gruppo è formato prevalentemente da docenti quindi conosciamo tutti molto bene il mondo della scuola. Abbiamo un dialogo e una collaborazione diretta con docenti di sostegno, con educatori, con docenti curriculari e con le associazioni di genitori. Sia dalla nostra esperienza di docenti che dall’osservazione che l’associazione porta avanti con continuità, abbiamo rilevato una carenza generalizzata della conoscenza e della capacità di accoglienza delle diverse disabilità nelle scuole pubbliche. In sintesi abbiamo riscontrato una carenza di conoscenza da parte dei docenti in riferimento delle differenti disabilità, di materiali didattici funzionali all’apprendimento per alunni disabili, di metodologia di lavoro sperimentata, aggiornata e condivisa. Allora abbiamo pensato di fare qualcosa di valido in questo senso attraverso un’attività di ricerca in campo nazionale e internazionale e, allo stesso tempo, rimanendo a contatto con il territorio soprattutto con l’ambito sanitario e medico. Lavoriamo a stretto contatto, per esempio, con un neuropsichiatra dell’IRCCS – Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e con altri professionisti dell’AUSL di Bologna.
Secondo Associazione élève cosa non funziona nella Legge 517/77 e nelle ulteriori leggi integrative e applicative riguardo all’inserimento scolastico delle persone con disabilità intellettiva?
Secondo noi la Legge 517/77 (ndr. per una contestualizzazione normativa si rimanda alle linee guida per l’integrazione scolastica del MIUR) è stata calata dall’alto senza nessuna analisi di contesto, dei bisogni né tantomeno argomentazioni scientifico-sperimentali che la motivino. Il legislatore con quella legge ha deciso che l’alunno con disabilità intellettiva avrebbe lasciato le scuole speciali e sarebbe stato inserito, senza nessun tipo di accortezza, nelle scuole pubbliche. In questa cornice, il bambino\ragazzo non è più una persona con specifiche caratteristiche di apprendimento ma un alunno esattamente uguale agli altri e, come tale, viene inserito in una scuola che ha programmi e percorsi indifferenziati e che non è in alcun modo preparata a queste specificità. Questo significa che dovevano andare bene per tutti e indistintamente gli orari, il materiale, i tempi, i metodi, il personale “costruiti” per lo studente “tipico”. Gli allievi con caratteristiche “speciali” e le loro differenze – a nostro parere – sono stati di fatto esclusi da questa organizzazione. Un altro grosso difetto della legge 517 è di non aver previsto mai un minimo di verifica in itinere. Il legislatore ha dunque deciso che la scuola deve fare “quella inclusione” senza chiedersi se la scuola ne ha gli strumenti ed è realmente in grado di farla. Questo ha creato dei problemi non trascurabili. È difficile trovare un minimo di letteratura in questo campo ma, già alla fine del secolo scorso, Luciana Sbarbati del Partito Repubblicano aveva curato una pubblicazione, oggi introvabile, in cui si diceva che “forse dobbiamo ripensare a qualcosa di alternativo all’inserimento della disabilità nella scuola di tutti”. Qualche buona prassi sicuramente c’è, ma va studiata la questione in maniera più approfondita.
Chi e come si dovrebbe muovere per portare un cambiamento a favore dell’apprendimento scolastico e sociale delle persone con disabilità intellettiva?
Secondo noi è mancata soprattutto quella che dovremmo chiamare una discussione culturale sul tema. Il Miur, per questioni di ruolo probabilmente, si è limitato a dare delle direttive dall’alto. In un primo momento il legislatore ha deciso che la persona con disabilità avrebbe dovuto frequentare solo la scuola dell’obbligo. Solo successivamente è stata considerata anche la frequenza alle scuole secondarie di secondo grado. Questa integrazione non è stata fatta a seguito di studi e sperimentazioni di tipo scientifico, ma è stata possibile in seguito al ricorso al TAR, (sentenza del 03/06/1987 della Corte Costituzionale), di due genitori la cui figlia era stata giudicata “inclassificabile” al termine della scuola dell’obbligo. Questo caso, per esempio, ha avuto ripercussioni molto rilevanti ma non c’è stato alcun dibattito pubblico a questo riguardo.
Cos’è il docente specializzato e quale ruolo potrebbe avere nel percorso di apprendimento di un bambino con disabilità intellettiva?
Secondo noi, in Italia, l’espressione “docente specializzato” non è pertinente né adeguato. L’espressione “docente specializzato” fa pensare a un docente che è particolarmente competente in determinati tipi di disabilità, cosa che, nella realtà italiana, non si verifica. Nel nostro sistema scolastico, il docente specializzato è un docente che ha fatto un percorso di studi che dà nozioni molto, troppo generiche su vari tipi di disabilità e su un approccio ai diversi. Nella nostra dispensa del 2015, una raccolta annuale degli interventi pubblici riguardo ai Bisogni Educativi Speciali (BES), abbiamo incluso a questo riguardo un estratto dell’intervento del prof. Raffaele Ciambrone al Convegno Nazionale “Disabilità e formazione degli insegnanti”. Stato dell’arte e scenari possibili” tenutosi a Bologna il 18 giugno 2015. In quell’occasione, Ciambrone fu molto critico riguardo ai corsi universitari di pedagogia e di pedagogia speciale sottolineando espressamente l’inadeguatezza rispetto alle istanze espresse dai genitori. Nella nostra esperienza, gli insegnanti di sostegno e gli educatori che abbiamo intervistato dichiarano molto onestamente di “farsi le ossa” con i primi due o tre casi che vengono assegnati loro e di non ricevere strumenti adeguati con la formazione universitaria di base. La eventuale formazione in servizio è poi totalmente a loro spese. In questa situazione abbastanza caotica e, a nostro parere, mal governata dal legislatore, succede anche che l’eventuale professionalità maturata con l’esperienza e la pratica venga dispersa per motivi amministrativi o sindacali: per esempio una nuova assegnazione, un trasferimento o una sostituzione che inducono il docente ad accettare un caso di disabilità molto differente da quello seguito per tre o quattro anni consecutivi e su cui si era fatto una certa esperienza.
Secondo Associazione élève come dovrebbe essere organizzata una “buona scuola” per persone con disabilità intellettiva?
Noi abbiamo avuto l’opportunità di osservare per una giornata intera, la scuola potenziata di Calcinate in provincia di Bergamo. La scuola potenziata è una scuola pubblica e possiede uno statuto giuridico riconosciuto a livello ministeriale ma purtroppo sono rarissime in Italia e rimangono sconosciute alla maggioranza della cittadinanza. La scuola potenziata si differenzia perché è strutturata espressamente per rispondere anche alle esigenze specifiche della percentuale della popolazione scolastica con disabilità rilevata nel territorio locale. Faccio qualche esempio concreto. La prima ora della mattina è chiamata “l’ora dell’accoglienza” ed è un momento di saluto e condivisione del vissuto delle giornate precedenti e dei progetti per la giornata a venire a cui partecipa l’intero gruppo-classe. La giornata prosegue poi secondo percorsi differenziati: la maggioranza della classe segue i programmi scolastici ministeriali e le persone con disabilità seguono attività laboratoriali e pratiche ad hoc per il proprio apprendimento sia culturale che sociale. Queste sono le esperienze italiane che, se sistematizzate e ben governate, condurrebbero a “una buona scuola”, secondo noi.
Come è pensato e realizzato il vostro materiale didattico e quale utilità può avere per i docenti e gli allievi?
Il nostro materiale didattico è pensato appositamente per la persona con disabilità intellettiva e progettato su esigenze specifiche, dimenticando completamente le singole discipline scolastiche e puntando espressamente sull’apprendimento. L’ambizione dei nostri volumi è quella di proporre materiali e strumenti creati ad hoc, che ciascun docente dovrà scegliere e calibrare sulle esigenze specifiche dell’allievo con disabilità.
Il primo volume a cura di Arpinati e Tasso, si intitola EDUCAZIONE Speciale 1: percezione sensoriale, attenzione e memoria ed è diviso in due parti: la prima è dedicata al consolidamento e sviluppo delle capacità percettive come vista, udito, gusto, tatto, olfatto; la seconda parte presenta attività per migliorare l’attenzione e la memoria.
Il secondo volume è a cura di Arpinati, Posar e Tasso e si intitola EDUCAZIONE Speciale 2: comunicazione e linguaggio. Interviene dapprima sulla comunicazione non verbale attraverso strumenti di CAA (comunicazione aumentativa alternativa); prosegue poi con un primo approccio al linguaggio: alla parola, alla lettura e alla scrittura.
Il terzo volume a cura di Arpinati, Monetti, Posar e Tasso, si intitola EDUCAZIONE Speciale 3: abilità cognitive e competenze linguistiche e tratta abilità cognitive e logica pre-matematica, come ordinare, seriare e classificare che sono alla base di ogni apprendimento. In questo terzo volume, l’approccio al linguaggio è più strutturato e si considera anche la percezione e la rappresentazione del tempo.
Il quarto volume è a cura di Arpinati, Monetti, Posar e Tasso, si intitola EDUCAZIONE Speciale 4: motricità e prende in considerazione sia la motricità grossolana che la motricità fine sempre in connessione alle abilità cognitive.
Infine, il volume che uscirà quest’anno EDUCAZIONE Speciale 5: autonomie, a cura sempre degli stessi autori, è dedicato all’autonomia, ossia al sapersi orientare in alcune delle attività quotidiane come l’uso del denaro o l’utilizzo dei mezzi pubblici per i tragitti più frequenti, la vita nell’ambiente famigliare scolastico e di quartiere…
Tutti i volumi sono disponibili gratuitamente on line su http://online.scuola.zanichelli.it/educazionespeciale
La nostra associazione lavora anche con materiale didattico di tipo manipolativo che consigliamo nei nostri manuali insieme a attività pratiche ed esercizi interattivi. Quando collaboravo con ANGSA – Associazione Genitori Soggetti Autistici, curai personalmente un catalogo ragionato di questo tipo di materiali didattici, per la maggior parte montessoriani, facendo attenzione anche a selezionare oggetti che mantenessero costi accessibili sia per le famiglie che per le scuole.
Alcuni esempi in video:
Per contattare l’Associazione Élève:
http://associazioneleve.com/web/ | 348.5668933 | info@associazioneleve.com | Il prossimo convegno pubblico di Élève>>
Per segnalare la propria partecipazione all’incontro:
Michela De Falco | comunicazione@volabo.it | www.volabo.it
L’incontro “La didattica speciale per una scuola di tutti” è il quinto appuntamento di un calendario, speriamo vivace e partecipato, di incontri proposti dai soci A.S.Vo. per condividere competenze, interessi, riflessioni con i colleghi dell’assemblea dei soci, il volontariato e il Terzo Settore locali. Giancarlo Funaioli, presidente A.S.Vo., descrive così questa iniziativa “È stato scelto il titolo Soci A.S.Vo. per lo sviluppo del volontariato perché vuole essere un tentativo di dare il via a un nuovo modo di essere soci A.S.Vo., un nuovo modo di partecipare che siamo certi possa creare qualcosa di diverso nel sistema CSV e nella comunità che cerchiamo di sostenere”.
A.S.Vo. è l’Organizzazione di Volontariato di secondo livello formata da 58 Organizzazioni di Volontariato della Città Metropolitana di Bologna che dal 2003 gestisce VOLABO – Centro Servizi per il Volontariato della Città Metropolitana di Bologna. Se sei un socio A.S.Vo. e vuoi proporre un incontro scrivi a presidente@volabo.it | Se vuoi diventare socio A.S.Vo. scrivi a segreteria@volabo.it