Mai mancato durante la pandemia il costante servizio di monitoraggio e prevenzione delle implicazioni respiratorie delle malattie neuromuscolari
Con queste parole giovedì 18 giugno il Coordinamento provinciale Telethon e della Uildm di Bologna ha consegnato settanta cuori di cioccolato Telethon presso la Sala d’aspetto della Pneumologia del Policlinico di Sant’Orsola, per ringraziare tutti gli operatori del reparto che, anche durante la pandemia, non hanno fatto mancare il loro costante servizio nel monitoraggio e nella prevenzione delle implicazioni respiratorie delle malattie neuromuscolari.
Da 30 anni, l’équipe medica della Fisiopatologia respiratoria del Sant’Orsola, diretta dal professor Stefano Nava, affianca Telethon e Uildm di Bologna. <<In tutte le azioni messe in atto dagli specialisti per seguire l’evoluzione della patologia dei nostri soci, grandissima rilevanza ricopre la loro professionalità nella scelta degli interventi adeguati a ciascun paziente e la loro disponibilità nell’intervenire prontamente nelle situazioni di difficoltà>>, affermano Alice Greco, presidente della sezione bolognese della Uildm, e Roberto Alvisi, coordinatore per la provincia di Telethon.
<<La loro collaborazione nel supportare e sostenere i nostri soci si è rivelata un vero punto di riferimento e un ‘porto sicuro’ a cui potersi rivolgere – continuano –. Così è stato ancor di più durante i difficili mesi appena trascorsi, mesi nei quali la situazione sanitaria dettata dal Covid-19 ha messo a dura prova tutto il sistema e ha reso ancora più delicato lo stato di salute dei nostri soci. Nei giorni di incertezza vissuti è stato importante continuare ad essere sempre in contatto nei casi di emergenza, con tutta l’equipe e con il dottor Andrea Fabiani, il nostro medico di riferimento. >>
La situazione determinata dal Covid-19 ha costretto tutti, specialmente le persone con disabilità neuromuscolare, a rivedere le modalità di accesso alle visite e ai monitoraggi. Nell’ambito di un sistema di sicurezza mai visto prima e completamente ridisegnato, la telemedicina si è rivelata come la modalità più sicura per limitare al massimo il rischio di contagio. <<Questa modalità sarà oggetto di confronto e di analisi in un’ottica futura>> concludono Alice Greco e Roberto Alvisi.