Sabato 22 giugno 2019, nella settimana in cui si celebra la Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno), l’Associazione Arc-en-ciel onlus festeggia i suoi 30 anni di ‘volontariato accogliente’ presso il Centro Interculturale Zonarelli di Bologna dalle 10 alle 17, con una giornata dal titolo Migranti tra passato presente e futuro. Sarà un’occasione di condivisione, racconto e riflessione sulle nuove possibili frontiere dell’accoglienza. L’idea – spiega il presidente dell’Associazione Pier Luigi Stefani: – è che non vorremmo ricordare semplicemente i nostri trent’anni di attività, ma sarebbe bello avere una festa comune con lo stesso spirito con il quale abbiamo sempre operato. Perché trent’anni non si realizzano da soli, ma sono il frutto della collaborazione fatta di grande reciproca fiducia con le Istituzioni Pubbliche e con le altre realtà del non profit che hanno fatto rete con noi.
Il programma dell’evento si divide in due parti. La mattina il pubblico presente sarà invitato a partecipare a un world cafè con tavoli in cui discutere di convivenza, lavoro e cittadinanza attiva. Il pomeriggio sarà invece dedicato a una tavola istituzionale in cui si parlerà della storia dell’Associazione, anche nella chiave di prospettive future.
Arc-en-Ciel Onlus nasce nel 1988 dalla volontà di un gruppo di religiosi e laici che sentivano la necessità di dare un “benvenuto” umano ai numerosi immigrati in arrivo nel nostro Paese, prevedendo una prima accoglienza – dove non mancano un tetto, un pasto, l’ascolto, il rispetto delle singole storie – e un successivo accompagnamento alla ricerca della casa e del lavoro.
I primi ad arrivare – racconta Stefani – furono singoli e famiglie provenienti dalla Somalia – dove si stava consumando la guerra civile di rivolta contro il regime del dittatore Siad Barre. Per loro – prosegue –venne organizzato e aperto il nostro primo centro di accoglienza in accordo con il Comune e l’Arcidiocesi di Bologna.
Negli anni i flussi migratori crescono e si modificano conseguentemente al mutare degli scenari geopolitici mondiali, con arrivi non più solo dall’Africa ma anche dall’Asia. Non solo, se da un lato aumentano le richieste di ricongiungimento familiare, dall’altro, all’inizio del XXI secolo iniziano ad arrivare sempre più minori non accompagnati che, al raggiungimento della maggiore età, perdono l’opportunità di essere accolti nei centri loro dedicati. Per far fronte a tutte le necessità emergenti, l’Associazione apre nuovi centri di accoglienza a Bologna e nel territorio metropolitano.
Dal 1997 al 2010 Arc-en –ciel nelle sue strutture ha accolto circa 1200 persone provenienti da 44 Paesi, accompagnandole in un percorso di conoscenza della cultura italiana, ricerca di un alloggio e una occupazione stabili. A raccontare più approfonditamente la storia di quest’accoglienza è una ricerca che l’Associazione ha condotto con la collaborazione dell’IRS – Istituto per la Ricerca Sociale e che sarà presentata durante la parte pomeridiana dell’evento. L’indagine da un lato mostra quanto una piccola realtà di volontariato possa essere operosa ed efficace nella sua azione, dall’altro mette a fuoco come l’approccio proprio di Arc-en-ciel sia mutato nel tempo per rispondere agli scenari mutevoli. La ricerca – racconta Stefani – ci ha portato a toccar con mano quantità e qualità del nostro servizio per e con gli immigrati. È stata un’esperienza intensa che strada facendo ha cambiato la nostra visione iniziale e ha aperto i nostri orizzonti a nuove analisi e prospettive sull’accoglienza.
La storia dell’Associazione va ben oltre la ricerca. Dopo il 2010 infatti – prosegue Stefani – cambiò la politica di accoglienza del Comune che stabilì regole di appalto per le Cooperative sociali. Visto il sempre più frequente arrivo di rifugiati politici e richiedenti asilo, tutti centri esistenti vennero trasformati in Centri di Accoglienza Straordinaria o convogliati nello SPRAR – che è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ed è costituito dalla rete degli enti locali che concorrono alla realizzazione di progetti di accoglienza integrata attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. – Con il contributo della Caritas diocesana venne fondata la Cooperativa “Arca di Noè” alla quale passammo le nostre esperienze e dunque tutta la fase della prima accoglienza. Da allora portiamo avanti la nostra attività di sostegno ai migranti con una fase di seconda accoglienza, attraverso la formula dell’housing sociale, nell’ottica di offrire un alloggio sostenibile legato ad un progetto di formazione al lavoro, specialmente per i giovani.
Nel tempo abbiamo puntato molto sulla formazione (anche internazionale) dei nostri operatori, in particolar modo per meglio comprendere i bisogni dei ragazzi tra i 16 e i 26 anni. E il nostro principale Centro – quello di Casalecchio dei Conti – è stato trasformato in appartamenti piccoli presso i quali ancora oggi ospitiamo giovani con necessità di un luogo a ridottissima contribuzione alle spese.
L’attenzione di Arc-en-ciel alle giovani generazioni rappresenta forse la novità più interessante nel percorso dell’Associazione. Alla giornata del 22 giugno parteciperanno anche i ragazzi e le ragazze di CoNNGI – Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane, segnando così l’inizio di una collaborazione sul piano dell’ascolto, del confronto e della promozione culturale.
L’evento è aperto al pubblico, in particolare a tutti i soggetti del territorio che si occupano di accoglienza e che abbiano voglia di collaborare in rete per portare avanti progetti a favore di una comunità multi-culturale che si prenda cura di ogni sua parte e che sappia valorizzare le differenze.
Dopo la chiusura dei lavori alle 17 la serata proseguirà in maniera conviviale, per celebrare in maniera festosa il compleanno di Arc-en-ciel.
Per informazioni:
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