BOLOGNA – Quasi 8.600 pasti recuperati e donati a sei associazioni che gestiscono strutture d’assistenza in cui sono ospitate in totale circa 130 persone, con un risparmio di oltre 36 mila euro. Sono i numeri riferiti al 2015 del progetto “CiboAmico”, avviato da Hera nel 2009 insieme a Last minute market e a Elior, la società che gestisce le mense del gruppo. E proprio dai punti aziendali di ristoro a Bologna, Imola, Ferrara e Rimini è stato salvato dall’immondizia cibo già preparato ma non consumato, ridistribuito a persone in difficoltà. In sei anni, sottolinea Hera in una nota, sono stati recuperati così quasi 57 mila pasti per un valore economico di 228 mila euro, che corrispondono anche a 57.174 metri cubi di acqua risparmiata e 53 cassonetti di rifiuti evitati.
Solo nel 2015, col progetto “CiboAmico” sono stati recuperati 8.589 pasti (ovvero 35 pasti completi ogni giorno), di cui quasi 4 mila solo dalle mense bolognesi di viale Berti Pichat e del Frullo, per un valore di oltre 16.400 euro. Il cibo è stato destinato in particolare al Pronto soccorso sociale dell’Opera Padre Marella, alla Comunità terapeutica di Cadriano e alla Comunità Arcobaleno dell’associazione Arca, a Granarolo.
Secondo le stime della Cia, in Italia ogni anno finiscono nel pattume cinque milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore che sfiora i nove miliardi di euro. Tutti i mesi, ogni famiglia butta nei rifiuti l’equivalente di 28 euro di alimenti ancora commestibili. A livello globale si parla di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo finiti ogni anno in discarica, equivalenti a circa un terzo della produzione totale. Uno spreco diffuso soprattutto in Europa e in Nord America, dove ogni anno si buttano tra i 95 e i 115 chili di cibo ancora buono a persona, contro i 6-11 chili registrati in Africa e nel Sud-Est asiatico.
Fonte: Redattoresociale.it, 25 marzo 2016