Il volontariato professionale che, tra ago e filo, genera inclusione, sostenibilità, lavoro

Come una mano sapiente che guida ago e filo unisce lembi di tessuto per dare vita a qualcosa di nuovo, bello e utile, così il volontariato unisce persone, generazioni, culture e genera valore. Questa è una similitudine che ben descrive il cuore di “Cna e Laboratorio Cartiera – Trasmettere saperi per una moda etica”, un progetto grazie al quale il volontariato altamente specializzato ha messo a disposizione di persone svantaggiate una preziosa opportunità di formazione professionale, favorendo l’inclusione lavorativa e sociale, l’incontro tra culture e un ricambio generazionale importante per il futuro all’artigianato.

Nell’ambito di questa iniziativa sostenuta da Fondazione Impresa Sensibile ETS (organizzazione non profit promossa da CNA) con le risorse raccolte grazie al 5 per mille, durante i mesi primaverili Marisa Succini, sarta artigiana in pensione, ha formato gratuitamente come volontaria 3 persone in condizione di fragilità che operano all’interno del Laboratorio di moda etica Cartiera di Marzabotto. Una di queste persone alla fine di giugno ha concluso il suo periodo di tirocinio ed è stata assunta dalla Cooperativa Cartiera, mentre le altre due stanno proseguendo il tirocinio e l’apprendistato.

Il Laboratorio Cartiera, avviato nel 2017 all’interno dell’ex Cartiera di Lama di Reno a Marzabotto dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Lai-Momo e il programma delle Nazioni Unite Ethical Fashion Initiative, produce accessori in pelle e tessuto, recuperando materie prime di elevata qualità, secondo le tecniche dell’artigianato Made in Italy. Cartiera dal 2017 ha raccolto e recuperato 14 tonnellate di pelle finita e formato 115 persone nell’ambito della pelletteria e ha reso possibile l’inclusione lavorativa di persone migranti, rifugiate, in condizioni di svantaggio sociale. Qui, all’interno dell’area tessile, la volontaria ha tenuto delle lezioni teoriche e pratiche, dove ha trasmesso le sue competenze professionali, in particolare per la realizzazione di cuciture su sacchetti in tessuto.

Le ragazze e i ragazzi del Laboratorio Cartiera sono molto bravi, hanno voglia di imparare – ha affermato Marisa Succini -. Magari ce ne fossero molti di questi laboratori, in grado di dare un lavoro che, assicuro, regala gratificazioni e consente di esprimere la propria creatività.

Quello che mi sta insegnando la sarta Marisa è bellissimo – ha spiegato Bridget Ebade, lavoratrice di Laboratorio Cartiera –. Utile ed interessante, mi sta aiutando moltissimo per il mio lavoro. Cosa penso per il mio futuro? Mi piacerebbe aprire una mia attività, realizzare e vendere abiti, oggetti in pelle e in tessuto”.

Dopo l’esito positivo di questi primi mesi di sperimentazione, la speranza è che il progetto possa proseguire nell’autunno, fanno sapere dal Laboratorio.

È un progetto importante – ha spiegato infatti Tatiana Di Federico, responsabile del laboratorio di Cartiera – perché parla dell’importanza sia transculturale che transgenerazionale del tramandare un bagaglio di saperi che sono fondanti nella storia del lavoro italiano.

È un’esperienza esemplare quella che si è svolta a Laboratorio Cartiera – ha aggiunto Romano Benini, Presidente Fondazione Impresa Sensibile – perché unisce finalità sociali con obiettivi economici. Lo fa attraverso il mestiere artigiano e il contributo, volontario (ndr), dei pensionati artigiani. Per cui è una grande soddisfazione per Impresa Sensibile aver sostenuto questo progetto.

Per saperne di più:

Guarda la puntata del programma televisivo di Rai3 “Il posto giusto”, dove è stata raccontata la storia del progetto Cna e Laboratorio Cartiera – Trasmettere saperi per una moda etica

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