Una struttura a Ozzano gestita da 6 giovani richiedenti asilo, grazie allâUniversitĂ e ai percorsi dello Sprar
OZZANO (Bologna) â Uno spazio per la mungitura al piano terra, un laboratorio per i bimbi delle famiglie disagiate, un forno per fare il pane. La fattoria didattica solidale inaugurata ieri a Ozzano nellâEmilia (Bologna) alla presenza dellâarcivescovo Matteo Zuppi e di Francesco Ubertini, rettore dellâUniversitĂ di Bologna aprirĂ i battenti il prossimo maggio, e sarĂ gestita da un gruppo di richiedenti asilo accolti in cittĂ tramite il servizio Sprar e inseriti nel progetto BolognAccoglie, che da circa un anno prevede lâorganizzazione di attivitĂ , corsi, laboratori e tirocini, grazie alla rete composta da istituzioni cittadine e realtĂ del Terzo settore.
Lâidea di far nascere una fattoria didattica e solidale si deve soprattutto allâimpegno personale e professionale di Arcangelo Gentile (docente di Clinica medica veterinaria), della prorettrice alle Relazioni internazionali Alessandra Scagliarini e del Delegato alla disabilitĂ Rabih Chattat. Obiettivo condiviso, porre le basi di una imprenditorialitĂ autodeterminata nel campo agricolo e zootecnico per alcuni giovani richiedenti protezione internazionale, che da 6 mesi seguono un percorso di formazione zootecnica presso il Dipartimento di Scienze mediche veterinarie.
Tutto è cominciato qualche mese fa, quando 2 richiedenti asilo ventenni provenienti da Gambia e Ghana, grazie a Garanzia giovani, hanno cominciato un tirocinio di 6 mesi (che scadono alla fine di novembre) proprio presso la facoltĂ di veterinaria: il loro compito, mungere e prendersi cura delle caprette dellâuniversitĂ . Ă di oggi la notizia della proroga: i ragazzi potranno proseguire la loro attivitĂ sino a maggio, e saranno affiancati da altri 4 ragazzi che cominceranno il percorso da dicembre, grazie allâimpegno di una serie di partner esterni. âNe siamo felici â ammette Filippo Diaco, presidente provinciale delle Acli di Bologna, principale partner del progetto â A maggio contiamo di aprire una cooperativa sociale per trasformare il loro impegno in un lavoro a tutti gli effetti e rendere questo progetto autosostenibileâ. Un lavoro, come si diceva, fatto di mungitura (e in futuro anche di trasformazione del latte), laboratori per bambini di famiglie residenti a Ozzano in condizioni di difficoltĂ (italiane e di origine straniera) e di un forno per cuocere il pane da distribuire proprio a questi nuclei, individuati con lâaiuto dei servizi sociali comunali.
I lavori per preparare la struttura chiamata a ospitare il progetto (di proprietĂ dellâUniversitĂ di Bologna) sono giĂ partiti, e nel corso della prossima settimana saranno anche indicati i 4 nuovi ragazzi che si inseriranno nel progetto: âNellâambito del progetto Sprar sono 54 i richiedenti asilo che fanno attivitĂ con noi â continua Diaco â: ora ci attiveremo per selezionare i profili piĂš idonei. Per loro queste attivitĂ costituiscono unâenorme opportunitĂ â. E racconta di come oggi, davanti al vescovo Zuppi, i due giovani abbiano raccontato, con un poâ di emozione ma tanto entusiasmo, dei loro primi 6 mesi: âHanno spiegato che quando sono arrivati in Italia erano sfiduciati, impauriti e preoccupati. Poi, la loro vita è cambiata: gli studenti della facoltĂ di veterinaria li hanno accolti a braccia aperte, e questo per loro ha significato moltissimoâ. Obiettivo parallelo del progetto, infatti, era quello di sensibilizzare e coinvolgere in maniera sempre piĂš ampia la componente studentesca verso le problematiche immigratorie, dellâinclusione sociale e delle opportunitĂ per lo sviluppo di imprese solidali.
(Fonte: Redattoresociale.it, articolo di Ambra Notari, 12 novembre 2016)