Realizzato e promosso da Università del Volontariato di Bologna in collaborazione con AUSER, il laboratorio nasce da una riflessione su come accogliere e valorizzare le nuove forme di volontariato prodotte dai cambiamenti sociali che stiamo vivendo. Ne abbiamo parlato con Antonella Di Pietro di AUSER Volontariato Bologna.
L’iniziativa è ideata insieme ad Auser Volontariato Bologna che, con VOLABO, vuole aprire una riflessione su come il mondo del volontariato possa rispondere ai nuovi bisogni di un contesto sociale mutevole, in cui si modifica anche il “profilo” dei volontari. «Ci siamo accorti – ha affermato Antonella Di Pietro, responsabile dei progetti di AUSER – che la nostra organizzazione, nata per favorire l’invecchiamento attivo, aveva tra i volontari non solo pensionati ma anche un 30% di appartenenti a generazioni più giovani. E sono cambiate anche le finalità per cui le persone si avvicinano al volontariato: molti giovani per fare esperienze formative, altre persone per costruirsi un ruolo sociale all’interno della comunità, altre ancora che sono in difficoltà e con il volontariato cercano di ricostruire un senso di identità e appartenenza. Ci siamo quindi chiesti come il terzo settore e il volontariato possano contribuire a costruire un sistema di protezione, accompagnamento e sviluppo che valorizzi i bisogni e le competenze delle persone».
Il focus sull’accoglienza dei volontari sarà uno degli assi portanti del laboratorio, proprio perché, secondo Antonella Di Pietro, «rappresenta il primo passo per far sentire alle persone che hanno un valore, in un clima di ascolto, e per iniziare un percorso che possa far bene non solo agli utenti e alla comunità ma anche ai volontari stessi. L’attuale situazione impone una condizione generale di precarietà di fronte alla quale è necessario pensare a nuovi modelli. Quello che noi proponiamo mette al centro le persone, cerca di tirarne fuori competenze e risorse, ed è importante aprire questa riflessione ad altre realtà del territorio in un contesto come l’Università del Volontariato che favorisce la costruzione di un pensiero e la produzione di cultura».
Questo approccio si rifletterà nella metodologia del laboratorio che, attraverso una modalità aperta e partecipativa, consentirà a ogni partecipante di esprimere punti di vista, condividere esperienze, ascoltare gli altri e arrivare all’elaborazione di visioni comuni. Facilitatori del laboratorio saranno Tommaso Sorichetti, esperto in gestione di processi decisionali collaborativi, e Francesco Ranghiasci, consulente su processi di innovazione per team, imprese e organizzazioni a mission sociale.
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Paola Atzei | formazione@volabo.it