La situazione carceraria è oggi in uno stato allarmante, a tal punto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia più volte per la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che impone agli Stati di organizzare il proprio sistema penitenziario in modo da rispettare la dignità dei detenuti.
Il sovraffollamento delle carceri italiane, ben al di sopra della media europea (142,5% a fronte del 99,6%, secondo il IX Rapporto sulle condizioni delle carcere in Italia dell’Associazione Antigone), insieme alla carenza di personale carcerario, alle difficoltà di applicare le misure alternative alla detenzione, all’elevato numero di suicidi, atti di autolesionismo e/o di violenza tra i detenuti, alla scarsa tutela delle salute, alla scarsa accessibilità dei detenuti a opportunità riabilitative come la formazione o il lavoro all’interno degli istituti penitenziari, portano ad una negazione dei diritti essenziali e della dignità dei detenuti ed una impossibilità di promozione della funzione riabilitativa del carcere.
Il progetto Fuori e dentro. Giustizia ripartiva e pena utile si sviluppa su un lavoro progettuale e di analisi dei bisogni della rete promotrice e dei suoi ambiti di intervento (penitenziario adulti e minorile, giustizia e tutela dei diritti, emarginazione estrema e disagio sociale) che evidenzia la necessità di non disperdere la ricchezza “prodotta” nel precedente progetto, al fine di rafforzare il ruolo del volontariato nella sensibilizzazione ai temi del sistema penitenziario e nel miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e delle opportunità di inserimento sociale.
L’intervento del volontariato in ambito penitenziario deve essere riconosciuto come volano di una presa in carico da parte della collettività delle persone che hanno violato la giustizia ed il cui dovere ripartivo non possa essere relegato alla sola pratica detentiva.
Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare una serie di azioni volte a promuovere attività riabilitative all’interno del carcere, misure alternative alla detenzione da scontare al di fuori dell’istituzione penitenziaria per sperimentare nuovi percorsi di accompagnamento degli ex detenuti nell’inserimento nella società nel momento della fuori uscita dal carcere, nell’ottica di valorizzare il ruolo del volontariato e del terzo settore nel creare occasioni di scambio e opportunità di relazioni significative, fondamentali per la promozione della persona del detenuto dentro e fuori dal carcere.
La rete degli attori coinvolti
Le organizzazioni di volontariato promotrici
- Albero di Cirene
- Arci Solidarietà Corticella
- Avoc
- Centro servizi “Villa Tamba”
- Il Poggeschi per il carcere
- S.O.S. Donna – Una linea telefonica contro la violenza
- U.V.a. P.Ass.A.
- Unione Volontari al Pratello Associazione d’Aiuto
Gli altri partner
- Ausilio cultura
- Bandiera Gialla
- Chiusi Fuori
- Comune di Bologna – Istituzione per inclusione sociale e l’integrazione sociale e comunitaria Don Paolo Serra Zanetti
- Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia ER
- Fondazione Uniti per Crescere Insieme
- Provincia di Bologna
- U.E.P.E.
- Ufficio Esecuzione Penale Esterna (Bologna e Ferrara)
Descrizione sintetica dell’intervento che si intende attuare e obiettivi del progetto
Azione 1 – Fare rete
Attraverso il progetto Fuori e dentro è stata avviata una rete di soggetti attivi sui temi del carcere nel territorio bolognese. Questa rete ha iniziato un percorso di conoscenza e coordinamento delle attività e, in questo progetto, intende rafforzarsi ed aprirsi ad altri soggetti.
L’obiettivo di questa azione consiste quindi nel dare forza alla rete dei soggetti che si occupano di carcere, sostenendo il loro impegno nello scambiare informazioni, nell’integrare le risorse, nel coordinare azioni di sensibilizzazione in rete, aumentando così la sua capacità di interloquire con le istituzioni.
Azione 2 – Giustizia riparativa
Quest’azione prevede di promuovere e sperimentare diverse modalità di accoglienza e accompagnamento al di fuori dell’Istituzione detentiva. In particolare:
1. Il volontariato per la Giustizia riparativa: nell’ambito delle attività di volontariato l’accoglienza di detenuti che possono accedere a misure alternative svolgendo lavori di pubblica utilità o attività di volontariato, è un’opportunità ancora poco utilizzata nel nostro contesto.
In questo progetto ci si propone di:
- sensibilizzazione e formazione sui temi della giustizia ripartiva e della accoglienza di nuovi volontari, con l’obiettivo di favorire l’adesione delle associazioni di volontariato e del non profit (con la collaborazione fattiva dell’Ufficio Terzo settore della Provincia di Bologna), ad accogliere i destinatari di questa azione; rafforzare il ruolo del volontariato come promotore della cittadinanza attiva ad inclusione sociale;
- attivazione in modo sperimentale e innovativo un percorso di orientamento e accompagnamento delle organizzazioni di volontariato e delle Istituzioni e Servizi del penitenziario per rendere strutturale l’incontro tra richiesta e offerta (facilitazione della conoscenza reciproca; individuazione criteri di inserimento/accoglienza; snellimento iter procedurali e organizzativi ecc. )
- realizzazione di una Banca dati delle associazioni disponibili ad accogliere persone che possono scontare la pena attraverso misure alternative e/o con lavori di pubblica utilità
- realizzazione di una guida on line e cartacea che contenga informazioni utili, contatti, modulistica, ecc. per facilitare il percorso delle associazioni nella richiesta di accoglienza dei detenuti.
Anche da parte della Direzione penitenziaria del Carcere di Bologna si è manifestata l’intenzione di collaborare insieme per dare maggiore efficacia a queste azioni.
Vai alla pagina del sub progetto “Ripar…Azione volontaria”
2. Convivenza solidale tra volontari e ragazzi usciti dall’Istituto Penitenziario Minorile: si propone una sperimentazione in cui volontari e ragazzi appena usciti dal carcere vivano insieme con l’obiettivo di sostenere l’inserimento dei ragazzi nella vita fuori dal carcere attraverso la relazione che si instaura naturalmente tra persone che vivono sotto lo stesso tetto.
Con buona probabilità la sperimentazione di questa particolare forma di accoglienza prenderà le mosse da quanto già sperimentato con buoni risultati dall’esperienza nella Casa Canonica portata avanti da diversi anni da Don Mario Zacchini ed un gruppo di volontari, e che si fonda su tre principi detti “piedi”: Accoglienza, Tavola, Preghiera. L’esperienza di convivenza coinvolgerebbe ex detenuti del carcere minorile insieme a volontari e ad altre persone in difficoltà, come potrebbero essere senza tetto, rifugiati politici e immigrati; il tempo ha mostrato infatti che una “non categorizzazione” delle persone accolte affiancata ad una buona supervisione e condivisione di vita da parte dei volontari ha reso possibile un sostegno positivo tra persone diverse.
Azione 3 – Sensibilizzazione
Questa attività intende promuovere una assunzione di responsabilità da parte della comunità sul tema carcere coinvolgendo il mondo universitario con l’obiettivo di promuovere la partecipazione di studenti e docenti nel sostegno allo studio dei detenuti e proseguendo l’esperienza positiva avviata nel precedente progetto di sensibilizzare la cittadinanza attraverso una serie di eventi (tavole rotonde, cineforum, biblioteca vivente, ecc.).
Il lavoro dell’associazionismo per supportare i detenuti nello studio ha portato recentemente allo sviluppo di una sorta di Polo Universitario al carcere Dozza. I detenuti che si sono iscritti all’Università possono dal 2012 usufruire di una, seppur modesta, biblioteca universitaria e di alcuni incontri/lezioni con i docenti direttamente all’interno della struttura detentiva. Con questo progetto si vorrebbe dare continuità a questa importante attività di sostegno ai detenuti che possono così formarsi mentre scontano la pena attraverso un’azione di sensibilizzazione all’interno delle Facoltà bolognesi per potare sempre più il mondo universitario all’interno del carcere. Si realizzeranno azioni di sensibilizzazione a studenti e docenti universitari.
Ad aprile 2015 si realizzeranno alcuni eventi aperti alla città, in modo da proseguire nel lavoro di sensibilizzazione avviato quest’anno dalla rete promotrice e partner con il patrocinio del Comune di Bologna, dell’Istituzione per inclusione sociale e l’integrazione sociale e comunitaria Don Paolo Serra Zanetti e della Conferenza Volontariato e Giustizia Emilia Romagna della Provincia di Bologna.
Azione 4 – Mediazione penale
La mediazione penale pone il soggetto autore di reato in un’ottica di assunzione di responsabilità verso la vittima del reato in primis e verso la società nel suo complesso, attraverso forme di riparazione, risarcimento con la collettività, concependo la giustizia in una prospettiva circolare basata sulla relazione con l’altro, sia l’altro la vittima o la società civile tutta. In particolare, per mediazione penale si intende un “procedimento informale in cui le parti, guidate da un’equipe di esperti, hanno la possibilità di incontrarsi, di discutere del reato, dei suoi effetti sulla loro vita e sulle loro relazioni, di progettare modalità di comportamento futuro assumendosi, eventualmente, anche impegni volontari di riparazione – simbolica o materiale – del danno causato”.
In Italia il tema della mediazione penale è da anni oggetto di studio, di esperienze e interventi, soprattutto in ambito minorile, sia come servizi strutturati e che come progetti ad opera del non profit.
In questo progetto le associazioni intendono avviare:
- momenti strutturati di confronto tra volontariato e istituzione penitenziaria (carceraria e sul territorio, in esecuzione penale esterna) per valutare i percorsi già realizzati nel nostro territorio, le potenzialità di interesse e di fattibilità per aprire ipotesi di intervento
- seminario pubblico con l’intento di sensibilizzare la comunità tutta verso una cultura che riduca la conflittualità e l’esclusione ma costruisca sull’ascolto, lo scambio e la solidarietà gli strumenti fondamentali per percorsi di vita riabilitanti
- corso di formazione rivolto alle organizzazioni interessate aderenti al progetto per conoscere meglio le forme di mediazione, con particolare riguardo alla mediazione penale in ambito minorile e adulti, le esperienze e prassi più significative, e per riflettere sul ruolo che il volontariato dentro il carcere e sul territorio può svolgere a supporto della cultura della mediazione e di interventi concreti di mediazione tra autore e vittima di reato.