“Progetto utile”, l’innovazione sociale che mette insieme green economy, formazione professionale e welfare di comunità

Venerdì 10 marzo a Bologna, all’interno della Sala Rossa di Palazzo Malvezzi, si è tenuta la conferenza stampa di lancio di “Progetto utile”, l’innovazione sociale nata dalla collaborazione tra Dismeco s.r.l. e Città metropolitana, Hera, CNA, Emil Banca, Aires (Grande distribuzione organizzata), VOLABO e il Terzo settore locale. Il progetto prevede il recupero e la rigenerazione di circa 300 lavatrici da parte di persone formate ad hoc. Gli elettrodomestici a cui verrà allungata la vita saranno donati al Fondo sociale di comunità “Dare per fare” e redistribuiti a soggetti in condizioni di fragilità sul territorio metropolitano.

Da 32 stazioni ecologiche Hera presenti sul territorio, il mezzo ecocompatibile donato da Emil Banca (euro 6) preleverà circa 30 lavatrici dismesse al mese e le consegnerà al laboratorio Dismeco affinché vengano rigenerate e certificate. Successivamente saranno distribuite alle persone in condizione di fragilità con una cadenza mensile sulla base dell’effettiva disponibilità e delle richieste espresse dai soggetti che compongono le reti territoriali per il contrasto alla povertà attive nei distretti (associazioni, fondazioni, cooperative, Caritas parrocchiali) e dai Servizi Sociali Territoriali. Sarà VOLABO a coordinare o supportare le reti associative coinvolte  (di cui alcune già operative nel progetto “Un piatto per tutti”), che garantiranno la distribuzione delle lavatrici rigenerate alle persone e famiglie beneficiarie.

Progetto utile è particolarmente emblematico e forte nel nostro territorio perché combina tantissime risposte a tante transizioni e tante sfide che oggi abbiamo davanti: la sostenibilità ambientale e la cosiddetta neutralità carbonica con la riduzione delle emissioni, la giustizia sociale, la green economy e l’economia circolare, la valorizzazione del capitale umano – ha affermato Anna Lisa Boni, assessora del Comune di Bologna a Transizione ecologica e Patto per il clima -.  Questo progetto ha poi una dimensione europea e internazionale perché può essere riproposto anche fuori dal nostro territorio.

È un progetto unico al mondo, non solo per come è stato concepito, perché tutti i soggetti della filiera ne traggono un vantaggio, ma soprattutto per i risultati che dà – ha spiegato Claudio Tedeschi, amministratore delegato di Dismeco s.r.l. -. perché non si spende un centesimo in più e si scarica sul territorio un valore economico importante. Su 10.000 lavatrici conferite in stazione ecologica quasi il 7% possono essere rigenerate. Una lavatrice trattata in maniera distruttiva costa 2€, una lavatrice rigenerata produce un valore di 300€, che volentieri doniamo a chi ne ha più bisogno. Coniugando la visione e la parte di eccellenza industriale e coinvolgendo tutti i partner che sono seduti con noi al tavolo riusciamo ad avere una grande forza generativa.

Il progetto combatte l’obsolescenza programmata degli elettrodomestici, allunga la vita della lavatrice, quindi produce meno rifiuti e meno impatto ambientale – ha spiegato Stefano Amaducci, responsabile economia circolare di Hera -. Ed è un progetto unico al mondo anche perché parte dalla fine: un oggetto considerato un rifiuto smette di essere tale.

Il nuovo sistema di conferimento basato su mezzi di trasporto meno inquinanti e distanze brevi all’interno del territorio metropolitano, con un raggio di circa 50 km, permette di ipotizzare un risparmio di circa 200 tonnellate all’anno di C02 rispetto al sistema attuale della grande distribuzione organizzata, che invece prevede la consegna delle lavatrici anche a centinaia di chilometri di distanza e con mezzi non necessariamente a basso impatto ambientale. Contemporaneamente il reinserimento dei prodotti di scarto nella catena del valore riduce notevolmente il rischio di inquinamento per abbandono di rifiuti nell’ambiente.

La rigenerazione degli elettrodomestici sarà realizzata grazie alla collaborazione di CNA Bologna. A Marzabotto, infatti, presso la sede di Dismeco, l’ente di formazione di CNA Bologna Ecipar darà vita a  un’Academy per giovani installatori e manutentori di elettrodomestici rigenerati, creando così nuove professionalità e nuove opportunità nel mondo del lavoro.

Tedeschi ci aveva chiesto se avessimo a disposizione dei tecnici che potessero fare da tutor per mettere su un academy in grado di formare istallatori e manutentori di elettrodomestici rigenerati – ha raccontato Claudio Pazzaglia, direttore di CNA Bologna -. Questa è diventata l’occasione per dare un’opportunità di inserimento o reinserimento lavorativo a persone fragili, emarginate, che sono state escluse dal mercato del lavoro. E con il nostro ente di formazione  faremo in modo che queste persone imparino a fare manutenzione anche per prevenire dove possibile il conferimento in discarica, aprendo potenzialmente una nuova filiera che porta una ulteriore riduzione dei rifiuti e dell’impatto ambientale.

Non sono molti i progetti come questo, perché trasforma dei problemi, di tipo ambientale e sociale, in opportunità – ha affermato Matteo Passini, vice direttore di Emil Banca Credito Cooperativo -. Si lavora insieme su temi che sono fondamentali, e infatti abbiamo improntato tutta la nostra attività dei prossimi tre anni su due parole che sono sostenibilità e innovazione. Se guardiamo l’economia degli ultimi anni per noi che facciamo credito alle persone anche per l’acquisto di elettrodomestici potrebbe sembrare controproducente un progetto del genere. Ma non è questo il punto. Noi cerchiamo di vivere il territorio come persone, cerchiamo di essere vicini a cittadini e imprese e cerchiamo anche di essere d’esempio e di attirare sempre più soggetti dalla nostra parte.

Fin dall’inizio abbiamo creduto in questo progetto, che è possibile grazie a tutti gli attori seduti a questo tavolo – ha affermato Alberto Pullini, vicepresidente di A.S.Vo. ODV, ente gestore del centro di servizio per il volontariato -. Come VOLABO ci siamo trovati a costruire un proficuo dialogo con la Città metropolitana, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria, gli uffici di piano e abbiamo coordinato la nascita e la formazione di reti associative sui diversi territori, individuando anche delle figure di riferimento per dialogare con gli uffici di piano. Si tratta di un lavoro non semplice ma che produce risultati importanti e ci dà la possibilità di sostenere fattivamente progetti di questo calibro, partecipati attivamente dal Terzo settore. Ci troviamo di fronte a una importante collaborazione tra pubblico, privato e privato sociale che crea soddisfazione tra i cittadini, sia nei confronti di un sistema pubblico che funziona, sia nei confronti di un tessuto, anche economico e imprenditoriale, che è attento alla comunità.

VOLABO è un partner strategico per questo progetto perché è stato in grado di costruire una rete associativa e un sistema logistico che garantisce la distribuzione capillare dei beni donati attraverso il Fondo sociale di comunità a tutte le persone beneficiarie – ha affermato Sara Accorsi, consigliera metropolitana con delega a Welfare metropolitano e lotta alla povertà -. Senza questo prezioso supporto che, ricordiamo, è fatto dell’impegno volontario di tantissime cittadine e cittadini, tutto questo non sarebbe possibile. Ed è espressione di un territorio che sa mettere insieme welfare comunitario, economia verde, economia circolare, lotta allo spreco.

Il monitoraggio complessivo dell’andamento del progetto sarà mantenuto da Città metropolitana di Bologna, VOLABO e Dismeco. Il Csv al termine del 2023 redigerà una rendicontazione delle lavatrici donate ai vari soggetti del territorio nel corso dell’anno. Il progetto è a carattere sperimentale pertanto, in base all’andamento della distribuzione delle lavatrici donate e ad una maggiore disponibilità da parte di Dismeco ed Hera, si potrà valutare un eventuale allargamento delle donazioni.

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