Il 17 ottobre 2015, in occasione del primo anno di vita degli Empori solidali bolognesi, VOLABO in collaborazione con l’Istituzione don Paolo Serra Zanetti del Comune di Bologna, pubblica Una comunità che si prende cura di sé: l’esperienza degli Empori solidali di Case Zanardi, curata da Violetta Cantori, Berardino Cocchianella, Elisabetta Mandrioli e Cinzia Migani.
Il libro racconta la “start-up” degli empori con interviste ai promotori del progetto e ai volontari. L’ultimo capitolo raccoglie alcune schede operative che contengono informazioni utili su alcuni momenti fondamentali dell’apertura e gestione di un emporio.
Di seguito ne pubblichiamo l’introduzione, di Amelia Frascaroli – fino a giugno 2016 Assessora ai Servizi Sociali, Volontariato, Associazionismo e partecipazione, Sussidiarietà, Politiche attive per l’occupazione e Giancarlo Funaioli, Presidente ASVO – Associazione per lo Sviluppo del Volontariato.
Talvolta sembra che nell’aria si aggirino nuove idee progettuali che un po’ dovunque vengono raccolte e trasformate in azione. È quanto accaduto con gli empori solidali: in pochissimi anni si sono moltiplicati in tutta Italia, essendo ritenuti una risposta efficace ai bisogni di una fascia crescente di famiglie che si trovano in condizione di fragilità economica e sociale. Gli empori sono infatti luoghi dove, oltre ai generi di prima necessità, si vuole offrire accoglienza e si condividono le risorse, offrendo così un’occasione per ripartire a chi si trova in difficoltà. Anche a Bologna, facendo memoria dei ‘negozi’ aperti dal Sindaco del pane Francesco Zanardi cento anni fa, abbiamo avvertito l’esigenza di aprire due empori, attraverso l’azione congiunta di più attori: l’amministrazione comunale, il mondo del volontariato e del Terzo Settore, varie imprese appartenenti alla Lega delle Cooperative. A questo si è aggiunto il contributo di un’importante multinazionale che sta aprendo un nuovo stabilimento nel bolognese. Determinante, tuttavia, è stato il grande contributo dei cittadini, che hanno partecipato alla realizzazione del progetto attraverso modalità diverse: l’impegno volontario costante che molte persone hanno offerto e continuano ad offrire per portare avanti l’esperienza, o l’impegno occasionale per attività specifiche, come, ad esempio, le raccolte alimentari. Infine, l’assortimento degli scaffali sarebbe meno vario senza il prezioso contributo dei cittadini che rispondono con generosità nelle giornate di raccolta. Abbiamo motivo di ritenere che la nostra iniziativa abbia colto nel segno, rinnovando quell’attenzione alla solidarietà che da tanti anni è – per fortuna – patrimonio di questa città. È per questo che abbiamo pensato di festeggiare il primo anno di attività degli empori ricordando il percorso, con le sue fatiche, ma anche con i suoi successi, e descrivendo il presente, con le sue difficoltà e le sue positività, consapevoli che potremo andare avanti solo se saremo in grado di rinnovare anche in futuro l’entusiasmo per ciò che stiamo facendo.