Sono ancora aperte le iscrizioni al laboratorio gratuito di narrazione ed espressione artistica Racconti di passaggio. Appunti, storie, immagini. Date le condizioni meteorologiche dell’Appennino bolognese, slitta infatti a venerdì 2 marzo dalle 10 alle 12 la data di inizio di questa iniziativa promossa dall’Associazione Africa e Mediterraneo in collaborazione con la Cooperativa Sociale Lai-momo e la Parrocchia Santa Maria Assunta di Riola che ospiterà le attività ogni venerdì mattina, per tutto il mese di marzo.
Il laboratorio, aperto ai cittadini e alle persone richiedenti asilo ospitate in Appennino, propone ai partecipanti un’immersione nella dimensione positiva della libera espressione artistica per raccontarsi e confrontarsi con gli altri su temi comuni come le immagini associate alle origini di ciascuno o all’idea del viaggio. A curarlo sarà Juliane Wedell, esperta di arte sociale e operatrice della Cooperativa Lai-momo che gestisce il Centro di accoglienza straordinaria di Grizzana Morandi.
L’idea di questo laboratorio nasce nel 2016, quando Juliane decide di creare insieme allo psicologo Paolo Ballarin all’interno del CAS di Riola il Closlieu, cioè uno spazio protetto di libera espressione artistica offerto ai richiedenti asilo. Si tratta di un progetto mutuato da Arno Stern, l’educatore tedesco che per primo ha dato vita al Closlieu e alle teorie della “Formulazione” dell”Educazione Creatrice”, promotrici dell’autonomia dell’individuo attraverso il legame tra sviluppo personale e sviluppo sociale.
L’attività funziona pressappoco così: vengono sistemati dei pannelli a cui sono fissati dei fogli bianchi lungo le pareti della stanza in cui si tiene il laboratorio; al centro, su tavolo lungo e stretto si trovano dei barattoli di colori e diversi pennelli per colore. Le persone dipingono in pedi in totale libertà ma seguendo un rituale preciso: tenere con cura il pennello, utilizzare un solo colore per volta, non giudicare il proprio dipinto o quello altrui. Così si dà spazio alla propria espressione artistica, senza giudizi e competizioni, con la leggerezza di un gioco e la serietà di un lavoro.
Durante questa prima esperienza è nata la pubblicazione intitolata La strada dell’asino, che secondo un detto Pakistano è quella intrapresa da chi non ha più nulla da perdere e pur di salvarsi affronterebbe qualsiasi difficoltà. Rashid Mirza e Gul K.. si conoscono al laboratorio e volta dopo volta iniziano a socializzare e condividere il viaggio che li ha portati in Italia. Juliane raccoglie i loro racconti e dipinti: così prende vita la storia del viaggio di Rashid, giornalista di una rivista locale del suo Paese e per questo costretto alla fuga, che è stata illustrata con i disegni di Gul.
Per informazioni e iscrizioni al laboratorio:
s.lorelli@africaemediterraneo.it.
Mob 345 5936181