Rapporto Labsus 2016: i patti di collaborazione per l’amministrazione condivisa dei beni comuni

L’edizione 2016 del rapporto è dedicata ai patti di collaborazione fra cittadini e amministrazioni pubbliche, per l’amministrazione condivisa dei beni comuni

Si tratta dello strumento giuridico che trasforma le capacità dei cittadini in interventi di cura dei beni comuni; il percorso per arrivare a prendersi concretamente cura dei beni comuni si articola infatti in tre passaggi ineludibili, dall’art. 118 ultimo comma della Costituzione, al Regolamento e infine ai patti di collaborazione, in una scala che va dal massimo di generalità ed astrattezza (la Costituzione) al massimo di specificità e concretezza (il singolo patto), passando per una fonte normativa i cui contenuti sono sostanzialmente uniformi per tutte le amministrazioni locali, ma in cui si esprime pur sempre l’autonomia regolamentare dei comuni.

Ognuno di questi snodi è indispensabile e l’uno rinvia necessariamente all’altro, in una circolarità di relazioni che a sua volta è una delle caratteristiche principali della sussidiarietà orizzontale. Senza il Regolamento infatti il principio di sussidiarietà avrebbe continuato ad essere inapplicato, com’era successo dal 2001 al 2014, ma a sua volta il Regolamento è legittimato dall’essere fondato sulla Costituzione. Senza i patti il Regolamento sarebbe inefficace, ma i patti di collaborazione senza il Regolamento sono per così dire “vulnerabili” perché manca loro quella infrastruttura di principi e regole contenuta nel Regolamento che li protegge e li rende realmente efficaci.

I patti di collaborazione sono il luogo dove da un lato si esprimono pluralismo e capacità di resilienza, dall’altro si individua l’interesse generale nel caso concreto.

Nell’articolare i contenuti di un patto di collaborazione cittadini e amministrazione insieme definiscono cosa è nell’interesse generale della comunità e come perseguirlo, con quali strumenti, mezzi, procedure, etc.. I cittadini diventano in tal modo, insieme con l’amministrazione, un “centro di produzione del diritto” e quel patto di collaborazione, individuando l’interesse generale della comunità nel caso concreto di cura o gestione di un bene comune, diventa fonte del diritto pubblico.

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Fonte InfoContinua Terzo Settore.

Notizia censita da VOLABO il 06/02/2017.

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