Il 13 giugno 2023, con un incontro presso la sede del Villaggio del Fanciullo, si è conclusa l’edizione 2023 di Service Learning Community Engagement Lab, l’insegnamento laboratoriale dell’Università di Bologna trasversale a tutti i corsi di laurea dell’ateneo, realizzato in collaborazione con VOLABO e con alcune associazioni del territorio metropolitano. Quest’anno 16 studenti provenienti da facoltà scientifiche e umanistiche hanno colto l’opportunità di frequentare un laboratorio di formazione alla responsabilità civica attraverso l’impegno attivo all’interno di 7 realtà non profit del territorio.
Ogni studente ha scelto tra le proposte progettuali formulate da 11 associazioni quella più in linea con le proprie corde, poi, da marzo a giugno, ha svolto le attività previste dal progetto. L’esperienza di servizio ha permesso ai giovani universitari di agire la solidarietà in prima persona ed essere sempre più consapevoli di quanto il loro impegno diretto possa avere un impatto positivo e significativo per l’altro, sia esso una persona, un’organizzazione, una comunità. Gli studenti hanno sperimentato contesti nuovi, mettendo in gioco competenze e abilità trasversali e sviluppandone di nuove, spendibili nel curriculum e nella vita.
La parola alle studentesse e gli studenti
Di seguito alcuni estratti dei racconti dei protagonisti e le protagoniste del Service Learning Community Engagement Lab, un’esperienza che hanno definito come trasformativa. Le esposizioni, sincere e sentite, hanno saputo emozionare la platea di docenti, volontari e professionisti del terzo settore.
“Quando non si toccano da vicino argomenti tabù della nostra società si tende a ignorarli, a escluderli, a tenerli lontani da sé. Invece bisognerebbe partire dalle giovani generazioni per cambiare prospettiva, imparare ad accorciare le distanze, valorizzare le diversità e coglierne anche gli aspetti profondamente umani, che ci accomunano tutti.”
“Ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con la comunità in cui, anche se da fuori sede, sto vivendo. Non avevo idea di quanto dietro la città e le persone che vedo tutti i giorni ci fosse una rete di persone che di questa città si prendono cura. Ho potuto scoprire il territorio nella sua versione più pura, quella fondata sulle relazioni umane. Mi sono anche messa in gioco con un’esperienza per cui non mi sentivo pronta e che mi ha permesso di uscire dalla mia comfort zone”
“Ho scoperto un nuovo modo di comunicare, a gesti, con tante immagini, tanti disegni e, soprattutto, tanta curiosità di conoscere e sapere che forse, nella mia esperienza scolastica, avevo quasi dimenticato. Avevo dimenticato e ho riscoperto quanto è bello imparare, conoscere, avere curiosità sincera per quello che hai davanti.”
“L’esperienza mia e di chi era con me, a differenza di quella di altri colleghi, è stata più “dietro le quinte”, in back office, perché ci siamo occupati di comunicazione. Ma ci siamo resi conto di quello che sta dietro un’associazione, perché la sua missione venga realizzata. Ho potuto apprendere capacità utili per il mio futuro nel campo della comunicazione, ma anche del problem solving.”
“Questa esperienza mi ha lasciato la capacità di controllare le emozioni e lo stato d’animo di fronte a una grande sofferenza. Poi mi ha lasciato l’opportunità di dovermi adattare a un contesto lavorativo che, per quanto positivo, propositivo e disteso, era per me del tutto nuovo. Ma, soprattutto, mi ha aiutato a sviluppare un sentimento che secondo me sta alla base del vivere felici e che è la gratitudine.”
“È stata una crescita personale, di apertura mentale, perché mi ha fatto vedere le persone disabili con occhi diversi. In quel momento ho guardato loro come persone e non come persone disabili, cosa che non facevo prima, vuoi perché avevo dei pregiudizi “innati”. Ringrazio l’associazione che mi ha dato l’opportunità di cambiare idea e prospettiva.”
Novità 2023
L’alto livello di coinvolgimento degli studenti di Service Learning ha generato l’idea di proporre loro la partecipazione attiva all’incontro di apertura e alla Living Library di SAYES – Di’ di sì anche tu, l’opportunità di volontariato sotto forma di stage che VOLABO rivolge alle giovani generazioni e che, nella sua edizione estiva, raccoglie adesioni perlopiù nella fascia di età tra i 15 e i 20 anni. Gli universitari del Service Learning hanno raccontato la loro esperienza con i giovani che si apprestano a vivere il volontariato spesso per la prima volta e, in una relazione tra pari, hanno trasmesso il valore, il senso, l’emozione di agire la cittadinanza attiva.
“L’idea di parlare del volontariato ai giovani che stanno iniziando l’esperienza con SAYES è venuta dagli studenti del Service Learning” – ha spiegato Silvia Bassani, che a VOLABO è coordinatrice di SAYES e referente dei rapporti con le associazioni che partecipano al Service Learning. – “Il laboratorio frequentato ha lasciato un segno positivo che hanno sentito il bisogno di condividere con i loro pari, nella convinzione che Service Learning e volontariato generino lo stesso tipo di cambiamento: migliorano chi lo fa, sviluppano la capacità di stare con gli altri e la capacità di incidere positivamente nei propri contesti di vita. Chi fa esperienze del genere matura e acquisisce un senso di responsabilità sociale nei confronti della comunità, con un beneficio personale e collettivo.”
“Impiegare il proprio tempo a favore degli altri è estremamente appagante, ed è un tempo che non stai donando solo agli altri, ma anche a te stesso” – hanno spiegato coralmente gli studenti universitari del Service Learning Community Engagement Lab – “È un’esperienza il cui valore va oltre quello che si può apprendere in un insegnamento curriculare ordinario. Speriamo che molti ragazzi scelgano SAYES e possano vivere appieno questa opportunità.”
Un estratto della Tavola rotonda
“Il Service Learning è un approccio educativo che integra il servizio e l’impegno comunitario “significativo” all’interno del curriculum accademico, con l’obiettivo di rafforzare il senso di impegno civico e di responsabilità degli studenti, e lavorare per la giustizia sociale e il cambiamento sociale – spiega Cinzia Albanesi, docente Unibo di Psicologia di comunità – È un modo forte di valorizzare quanto l’esperienza di cittadinanza attiva sia importante per contribuire alla costruzione del percorso civico e professionale delle giovani generazioni. Gli studenti che hanno colto questa opportunità hanno maturato una responsabilità sociale che porteranno con sé.
“Attraverso il Service Learning si acquisiscono competenze. È un’opportunità di apprendimento esperienziale con una realtà spesso lontana dal proprio corso di studi che permetterà agli studenti di diventare ingegneri, agrari, insegnanti, interpreti, etc… che sanno fare il loro lavoro in una dimensione di impegno di cittadinanza, con un certo grado di attenzione e di coinvolgimento per la comunità – ha affermato Bruna Zani, presidente dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città metropolitana di Bologna e past docente Unibo di Psicologia di comunità.
“Uno degli obiettivi del Piano strategico dell’Università di Bologna, che è l’orientamento politico dell’ateneo, è rendere consapevole l’intera comunità dell’Alma Mater delle ricadute sociali di tutto ciò che fa. Il mio sogno va forse oltre l’istituzionalizzazione del Service Learning. Vorrei che le ottime future professionalità che escono dal nostro ateneo sappiano esattamente riconoscere qual è la ricaduta del loro ruolo professionale nello svolgere il proprio piccolo segmento di attività nella complessità sociale che a volte sfugge. Ciò che scaturisce dal Service Learning Community Engagement Lab è parte di un patrimonio culturale e professionale complessivo” – ha commentato Federico Condello, delegato d’Ateneo per le studentesse e gli studenti dell’Università di Bologna.
“L’incontro con il mondo del volontariato ha permesso all’Università di de-istituzionalizzarsi, perché in questo frangente l’apprendimento viene fatto fuori dal contesto dei luoghi deputati a passare il sapere. Le associazioni in questa esperienza sono protagoniste insieme ai ragazzi nel mostrare al resto del mondo che la vita è cambiamento, trasformazione, e che le trasformazioni del contesto in cui viviamo sono frutto dell’incontro con l’altro, uscendo dalla propria appartenenza, mescolando le tribù – ha spiegato Cinzia Migani, direttora di VOLABO. – “Donare significa essenzialmente entrare nella relazione con l’altro. E le associazioni hanno reso possibile l’emersione di questo significato profondo del volontariato, perché hanno accolto, si sono messe in gioco trasformandosi loro stesse nell’incontro con l’altro”.
“Al di là dei confini tra Service Learning e volontariato, questa esperienza ha forse aiutato a sgretolare uno degli stereotipi e dei pregiudizi legati al volontariato, e cioè che fare volontariato è mettere tanto tempo e buon cuore. I volontari non sono solo questo – ha commentato Paola Atzei, responsabile dell’Area Formazione e Sviluppo competenze di VOLABO. – Il volontariato è poi un luogo di apprendimento esperienziale di competenze ormai riconosciuto e l’opportunità offerta dal Service Learning è l’acquisizione di consapevolezza, il poter riflettere ed elaborare l’esperienza vissuta, e competenza è esperienza e riflessione. In ultima battuta, se penso all’impatto che il Service Learning può generare posso dire che la scommessa, almeno per noi, è di vedere quanti studenti scelgono poi di fare volontariato dopo questa esperienza.”