Quando la formazione genera valore

VOLABO presenta “Quando la formazione genera valore”, pubblicazione realizzata a conclusione del master Guardare al futuro – Approcci e competenze strategiche per gestire un ente del Terzo settore, innovazione dell’offerta formativa 2022 di Università del Volontariato di Bologna, ideato dal Centro Servizi per il Volontariato e promosso insieme ad Emil Banca Credito Cooperativo che ne ha condiviso gli intenti e sostenuto la realizzazione.

Quando ci si trova in un contesto particolarmente complesso e mutevole, denso di richieste e stimoli nuovi – come quello attuale – si deve necessariamente scegliere come agire e reagire. Di fronte a un cambiamento si può essere resistenti, o accoglienti e pro-attivi. Il master Guardare al futuro è stato formulato per accompagnare chi gestisce enti del terzo settore che intendono percorrere il loro cammino lungo la seconda via, affrontando un percorso di crescita che aspira a generare risultati importanti ed identificabili nel breve, medio e lungo periodo.

Guardare al futuro significa fermarsi e guardarsi dentro – come organizzazione e come persone nell’organizzazione – imparare a leggere da più punti di vista i contesti in cui si è immersi, analizzare, interrogarsi, scomporre e ricomporre, dotarsi di nuovi strumenti e competenze per poter guardare oltre e agire con consapevolezza e strategia verso quell’oltre.

Il master, pensato per quegli ETS interessati a ripensarsi e mettersi in gioco con un approccio gestionale orientato a generare valore sul territorio, ha generato esso stesso un valore che emerge dalle pagine della pubblicazione. Ne parliamo approfonditamente con Paola Atzei, responsabile dell’area Formazione e Sviluppo competenze di VOLABO e con Cinzia Migani, direttrice del Centro di Servizio.

Paola, com'è nata l’idea del master Guardare al futuro?

Una delle maggiori criticità nel mondo associativo è la gestione complessiva di un’organizzazione, che contempla l’avere una visione, un approccio per ‘governare’ in maniera consapevole e strategica. Spesso chi svolge un ruolo direttivo e gestionale, anche se lo fa egregiamente, tende a segmentare, ad agire per ambiti, senza metterli in connessione tra loro in una cornice di senso, di sistema. Sicuramente chi opera nel Terzo settore affianca tanta formazione al proprio agire, alle conoscenze e competenze maturate sul campo, ma di frequente lo fa in maniera ‘porzionata’, per aree di intervento, su aspetti tecnici, per tenersi aggiornati. Chi svolge un ruolo di guida all’interno di un’organizzazione ha invece bisogno anche di una formazione organica, multidimensionale e sistemica, che permetta di migliorare non solo competenze del fare, ma soprattutto competenze del pensare strategico e prospettico. È pur vero che l’offerta formativa rivolta al Terzo settore dovrebbe rispondere anche in modo più organico a queste esigenze complesse.

Viviamo un tempo di trasformazioni che viaggiano ad alta velocità in cui il Terzo settore è sollecitato a un cambio di passo, a un nuovo modo di pensare e approcciarsi alle cose, per non essere travolto ma anzi per avere la capacità di evolvere. Le risposte a domande come Cosa fai per la tua comunità? Perché lo fai? A cosa serve ciò che fai? Come, con chi, con quali risorse quello che fai produce cambiamento, è davvero utile e sostenibile nel tempo?  sono ancora spesso date per scontate nel volontariato. E invece sono fondamentali, devono essere esplicitate, far emergere la capacità generativa. Le associazioni oggi sono chiamate a valutare, nel senso di dare valore a quello che fanno per la comunità, ai cambiamenti che generano, all’impatto che producono. In questo la stessa Riforma del Terzo settore è chiara, traccia la direzione. Questo cambio di rotta, già intrapreso da importanti stakeholder (fondazioni bancarie, pubblica amministrazione, finanziatori progettuali, …), apre nuovi scenari da costruire strada facendo, ma abbiamo iniziato a vedere che molti ETS faticano a stare al passo.

Se un ente di Terzo settore non è forte al suo interno faticherà moltissimo, rischierà di indebolire la sua stessa identità, probabilmente desisterà, se non ha un approccio intenzionale strategico e gestionale complessivo. Basterà realizzare uno o più progetti, un servizio con indicatori di valutazione e di impatto individuati per l’occasione o declinati da altri? Riuscirà a resistere nel tempo, ad evolversi? Il master si è inserito qui. Nell’offrire un luogo formativo in cui co-costruire nuove chiavi di lettura e strumenti per interpretare i cambiamenti in corso e futuri, affrontare le maggiori richieste e complessità del contesto, riorientare la rilevanza sociale di un ETS attraverso un sistema di gestione orientato alla generazione di valore e di impatto positivo nella comunità. Il percorso formativo ha visto la partnership di tante realtà ma soprattutto ha aperto una collaborazione sui generis per noi, con un istituto bancario di credito cooperativo del nostro territorio, Emil Banca, che ne ha condiviso gli intenti e ne ha sostenuto e animato la realizzazione.

Perché si è scelto di rendicontare e raccontare con una pubblicazione questo percorso formativo?

Con questa pubblicazione abbiamo voluto esplicitare e rendicontare il potere trasformativo che può avere la formazione e che hanno le persone attraverso certi percorsi formativi. Abbiamo cercato di fare noi in primis quello che abbiamo chiesto ai corsisti. È stato uno stimolo per metterci in gioco ancora di più, elaborando una pubblicazione che porta in evidenza il valore che un percorso formativo può generare, delle tante ricadute, impatti che può produrre.

Fin dall’inizio sapevamo che il master sarebbe stato una sfida impegnativa come progetto formativo, come esperienza e come proposta.
Abbiamo scelto di mettere insieme due tematiche complesse – la gestione di un ente di Terzo settore e la valutazione d’impatto sociale – in un percorso strutturato per acquisire un approccio gestionale orientato a generare valore e impatto positivo sulla comunità.
Abbiamo voluto proporre un’opportunità formativa di capacitazione ed empowerment, per sviluppare competenze interpretative, di azione e di valutazione che permettano di fronteggiare le complessità organizzative, gestire e promuovere il cambiamento.
Abbiamo voluto progettare e realizzare un percorso che andasse oltre la dimensione didattica e formativa in aula, che fosse fortemente finalizzato alla generazione di outcome e all’attivazione di azioni e processi trasformativi nella crescita personale dei corsisti e all’interno delle loro organizzazioni.
Abbiamo realizzato un percorso durato da febbraio a ottobre 2022 con con 60 ore di lezione, laboratori ed esercitazioni sulle aree di gestione strategica e operativa di un ETS, sul generare e gestire valore condiviso e sulla valutazione del valore generato; con attività e sperimentazioni pratiche extra-aula, all’interno delle organizzazioni; con elaborati scritti da parte dei corsisti sul percorso di apprendimento personale e organizzativo; e con visite guidate presso organizzazioni non profit che attivano processi di rigenerazione a impatto positivo, innovazioni sociali e ibridazioni organizzative.
Con docenti molto qualificati e disponibili a co-progettare con noi abbiamo lavorato sulle competenze di gestione di un ETS, su competenze comunicative, sociali e civiche, di efficacia personale, di team work, di gestione del cambiamento; e sulle metodologie e strumenti per far emergere dal master un sistema di gestione di ETS orientato all’impatto.
Alla fine abbiamo concluso il master con gli Open badge e regalandoci con una performance/momento di improvvisazione teatrale, lasciandoci prendere un po’ in giro con ironia.
Via via che il master prendeva vita abbiamo visto l’interesse, l’impegno e la forza generativa dei corsisti nell’acquisire consapevolezze, maturare nuove intenzionalità, attivare cambiamenti sia in loro stessi, sia nelle organizzazioni di appartenenza. Abbiamo visto i corsisti illuminarsi e illuminare quello che intravedevano di poter fare, dare luce nuova a quello che già facevano. E noi insieme a loro! Abbiamo visto che il master, nel suo germogliare faceva germogliare, nel suo generarsi generava.

La pubblicazione è lo strumento con cui condividiamo tutto questo, non solo con chi ha vissuto direttamente il master ma anche con chi, a diverso titolo, può essere interessato a queste tematiche.
Il master è stato una bella sfida sia nella progettazione che nella realizzazione, insieme ai docenti, ai partner e soprattutto insieme ai 25 corsisti …. Una bella esperienza arricchente per tutti.

Cosa troviamo e cosa dovremmo aspettarci da questa pubblicazione?

Abbiamo voluto offrire un contributo che rendiconta di una formazione orientata a generare valore. È una pubblicazione che mette a fuoco aspetti metodologici, progettuali, di processo, organizzativi di un percorso formativo; evidenzia indicatori di apprendimento e di competenza, indicatori di output e di outcome in ambito formativo. Ma soprattutto è una pubblicazione che racconta in termini quantitativi e qualitativi sia quello che abbiamo fatto noi come agente formativo, come Csv, sia quello che volontari e operatori del terzo settore sono in grado di essere, di elaborare, agire e trasformare, non perché ‘obbligati dal datore di lavoro’, ma per propria scelta, con dedizione, competenza e creatività, perché vogliono essere agenti del cambiamento nella propria comunità di riferimento, stanno già guardando al futuro.

Nella pubblicazione, infatti, sono gli stessi corsisti a raccontare i percorsi strategici e le riorganizzazioni che hanno avviato concretamente: nella gestione del personale, nella gestione di progetti e servizi, nella trasformazione digitale, nel sistema di relazioni con stakeholder e valorizzazione delle risorse, nelle strategie di funding mix e accesso ai capitali, nella comunicazione rendicontativa, in strategie di ibridazione …. E noi li abbiamo codificati e categorizzati per ambiti gestionali e nell’insieme rappresentano uno strumento utile per riflettere, confrontare, “mappare” la propria organizzazione e sperimentare azioni di miglioramento.

È una pubblicazione corale che riporta la voce di docenti e dei corsisti sul valore che il master ha permesso di generare a più livelli. Non potevamo non raccontarlo. Non potevamo non restituire a loro, alle loro organizzazioni, ai nostri e ai loro stakeholder, alla comunità quello che tutti insieme abbiamo realizzato.

Cinzia, il Terzo settore agisce un importante e riconosciuto ruolo sociale nelle comunità. Secondo la tua esperienza come può giocarlo al meglio e in che modo il master ha offerto un percorso di crescita?

Uno degli aspetti cruciali delle sfide prossime del terzo settore è sicuramente rappresentato dal potere di partecipare in modo consapevole e attivo, in particolare penso alla co-progettazione. Questo significa innanzitutto sapersi collocare, sapere chi si è, con chi si interagisce e quali sono gli obiettivi di fondo che attraverso la propria missione si perseguono.

Nell’epoca della complessità è possibile trovare soluzioni a patto che si mettano insieme le diverse intelligenze, le diverse competenze per interagire in modo efficace con gli altri, in un’ottica di co costruzione di azioni che vanno a colmare i bisogni con una visione intenzionale collettiva.

Bisogna costruire delle interconnessioni fra la partecipazione attiva del singolo, i soggetti istituzionali, le organizzazioni del terzo settore, interrogarsi su quelli che sono i temi da mettere a fuoco, puntare l’attenzione sull’impatto delle proprie azioni, che significa costruire delle visioni che consentono di operare nell’oggi e di costruire futuro, immaginare in modo innovativo e propositivo come trasformare elementi di emergenza, di urgenza in elementi di cambiamento.

Per favorire la costruzione di reti complesse che consentono di agire rispetto alla risoluzione di problemi complessi, è necessario avere ben in mente quali sono le competenze e le conoscenze, le informazioni da mettere in gioco, quali sono i processi di cambiamento e le trasformazioni che ipotizzo.

Queste sfide necessitano di avere delle organizzazioni del Terzo settore ben consapevoli, definite e strutturate a livello organizzativo, che fanno della motivazione una leva all’azione e questo c’è solo se hanno ben chiaro che cosa vogliono cambiare, con chi e perché?

Sicuramente da questo punto di vista il master e in particolar modo anche la pubblicazione, consentono di porre l’attenzione su alcuni aspetti chiave: sapere dove sono, cosa vorrei fare e come farlo, quali sono gli impatti che desidero portare avanti attraverso l’azione.

Il master è stato utile per sensibilizzare le organizzazioni a ripensarsi, a rispondere a delle domande di fondo che animano la loro attività in un’ottica di presente e di costruzione di futuro, per interpretare la funzione e la rilevanza che il Codice di riforma gli ha dato.

Per informazioni

Paola Atzei | formazione@volabo.it

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